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15 cose da rivedere sulle etichette alimentari

ETICHETTEPubblichiamo il commento della redazione de Il Fatto Alimentare relativo a quelle azioni che si rendono necessarie per migliorare la comprensibilità e chiarezza del sistema di etichette alimentari che contrddistinguono i prodotti nell'ambito UE.

 

 

 

1) Un elenco degli ingredienti scritto utilizzando caratteri tipografici leggibili

Su alcune confezioni le diciture sono riportate in numerose lingue con caratteri tipografici minuscoli: il modello “top” è il succo di frutta Bravo della Rauch con un testo tradotto in  24 lingue.  A questo proposito, va segnalato il fatto che a partire dal 14 dicembre 2014, con l’entrata in vigore del regolamento UE 1169/11, ogni etichetta dovrà riportare le informazioni obbligatorie in caratteri di altezza non inferiore a 1,2 mm (riferiti alla x minuscola) e a 0,9 mm per le confezioni la cui superficie sia inferiore a 80 cm².

2) La data di scadenza chiara e comprensibile

Chiara significa non incisa con i forellini o presentata come una sequenza di numeri che sembrano quelli del lotto. Quanti consumatori, in effetti, riescono a capire che in etichetta la presenza della sequenza numerica  01.07.14 2 L 2741 11:21 segnala un prodotto in scadenza il primo luglio dell’anno prossimo?

3) L’indicazione dell’olio impiegato

Adesso si usa la dicitura  generica “olio vegetale” che si riferisce quasi sempre a olio di palma, di soia, di colza e altri di mediocre qualità che abitualmente non sono venduti al supermercato. Comunque sia, a partire dal dicembre del 2014, dovrà essere specificata la natura degli oli vegetali utilizzati. I produttori che oggi vantano l’assenza di grassi idrogenati dovranno perciò rivelare l’impiego, assai diffuso, di olio di palma che rimane un olio di bassa qualità dal punto di vista nutrizionale, la cui produzione spesso si associa a deforestazioni e rapine delle terre.

4) La presenza di “acidi grassi trans”

La ragione è semplice: fanno male alla salute (esiste una correlazione comprovata tra una dieta troppo ricca di acidi grassi trans e insaturi e maggiori rischi di malattie coronariche e ictus). Molti consumatori, purtroppo, non sanno che ci sono né che cosa sono ed è ormai giunto il momento di combattere questa ignoranza. Il reg. UE 1169/11 vieta espressamente la citazione – obbligatoria invece negli Stati Uniti – degli acidi grassi trans in tabella nutrizionale. Perché? La ragione di questo divieto resta un enigma.

5)  Fotografie verosimili e di dimensioni accettabili

Le dimensioni delle immagini devono essere tali da lasciare spazio sulla confezione alle informazioni nutrizionali e all’elenco degli ingredienti. Le foto e le notizie facoltative, secondo quanto prescritto dal reg.UE 1169/11, non devono sottrarre spazio all’informazione obbligatoria in etichetta. Quanto alle immagini, alcuni produttori giustificano la difformità tra le foto sulla confezione e l’aspetto reale del prodotto con una “frasetta” scritti in caratteri miscroscopici: “L’immagine ha il solo scopo di presentare il prodotto”. Purtroppo il consumatore, attratto dall’immagine, tende a non leggere la frase di circostanza e spesso a rimanere deluso.

6) L’indicazione chiara della quantità di sale nella tabella nutrizionale

Sulle etichette spesso si trova la quantità di sodio e non quella del sale. Al consumatore interessa  sapere anche quanto sale è presente nel prodotto e soprattutto nella singola porzione. Il reg. UE 1169/11 che entrerà in vigore nel dicembre 2014 ha sostituito nella tabella nutrizionale il valore “sodio” con l’equivalente espresso in termini di “sale”.

7) Indicazioni chiare sulle modalità di conservazione del prodotto e sulla durata dopo l’apertura 

Si tratta di informazioni previste dal nuovo regolamento UE 1169/2011. La durabilità dopo l’apertura della confezione può peraltro venire apposta solo su alcuni prodotti e la sua stima non può mai essere esatta poiché molto dipende dalle condizioni di conservazione del prodotto da parte del consumatore. Si tratta di aspetti importanti e a volte critici soprattutto quando è necessario mantenere la catena del freddo, dal momento che, come già abbiamo scritto, molti frigoriferi domestici non rispettano le temperature richieste.

8) L’anno di raccolta delle olive sulle bottiglie di olio extra vergine

Sarebbe interessante avere questa indicazione per capire da quanto tempo il prodotto è stato imbottigliato

9) Il periodo di stagionatura dei salumi

10) L’indicazione chiara e ben visibile dei cibi adatti a vegetariani, vegani e/o alle persone affette da celiachia

Queste indicazioni sono già utilizzate da alcune catene di supermercati sugli alimenti con il loro marchio e da alcune aziende (nel settore dei salumi, ad esempio, alcuni produttori segnalano in etichetta l’assenza di glutine)

11) I valori nutrizionali riferiti a 100 g di prodotto e a una porzione verosimile

Il regolamento UE 1169/11 introduce la tabella nutrizionale obbligatoria per la quasi totalità dei prodotti: la tabella dovrà essere tarata su 100 g oppure 100 ml. Su base volontaria potranno essere aggiungi i valori relativi alla porzione.

12) Indicazioni precise su dove gettare l’imballaggio.

Dobbiamo buttarlo nel contenitore della carta, del vetro, della plastica, in quello della raccolta indifferenziata…? Sarebbe bello se i produttori riuscissero anche a ottimizzare l’impiego dei diversi materiali, riducendone le superfici il più possibile. Il probema è che i comuni non  hanno le stesse modalità di recupero e riciclo dei rifiuti e degli imballaggi.

13) Meno additivi, coloranti e conservanti

Alcuni prodotti dovrebbero avere meno ingredienti. Perché per le Pringles, a seconda del gusto, sono preparate con un numero che varia da 19 a 30 ingredienti, mentre le patatine fritte classiche ne hanno solo due (olio e sale)?

14) L’abolizione di tutti i giocattoli e i pupazzetti abbinati alle merendine per bambini

La questione è delicata e meriterebbe di essere ulteriormente approfondita, tanto più che molti di questi prodotti sono collocati nei punti vendita ad altezza bimbo, vicino alle casse, e che esistono snack con gadget molto belli che vengono acquistati solo per il gioco. Il problema è che questi gadget sono quasi sempre abbinati a cibi spazzatura e servono solo ad attirare l’attenzione dei bambini.

15) Diciture il più possibili chiare e semplici

È lecito chiedersi cosa capisce un consumatore davanti ad una confezione di cereali per la prima colazione se le diciture riportano un elenco con 16 ingredienti, affiancati da 38 valori analitici e 14 percentuali. Forse bisognerebbe fare uno sforzo e semplificare un p0′.

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