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L'aterosclerosi non è figlia dell'età moderna.

focus-medicoQuesta inaspettata affermazione viene supportata da uno studio condotto dalla rivista Lancet e presentata all' American College of Cardiology 2013 Scientific Sessions.

L'interessante studio ha spinto Nutricity a problematizzare l'informazione relativa ad una malattia comunemente associata allo stile di vita e ai comportamenti alimentari del paziente, che alcune evidenze medico-paleontologiche sembrerebbero invece confutare.

La TAC total body eseguita su mummie provenienti da 4 diverse regioni geografiche attraverso un periodo di tempo di 4000 anni suggerisce che l’aterosclerosi nelle popolazioni antiche fosse più comune di quanto precedentemente si credesse. Studiando individui originanti dall’antico Egitto, dall’antico Perù, ancestrali Puebloani del sudovest dell’America e cacciatori-raccoglitori delle Isole Aleutine, i ricercatori furono in grado di identificare l’aterosclerosi in più di un terzo (1/3) degli esemplari mummificati, sollevando la possibilità che gli umani abbiano una naturale predisposizione alla malattia.

I ricercatori commentano: “i nostri risultati incrementano moltissimo il numero di antichi umani affetti da aterosclerosi e mostra, per la prima volta, che la malattia era comune in molte culture antiche con stili di vita diversi, diversea alimentazione e genetica, nell’ambito di ampie distanze geografiche e attraverso un lungo periodo di storia dell’umanità. Questi risultati suggeriscono che la nostra conoscenza dei fattori causali dell’aterosclerosi è ampiamente incompleta e che l’aterosclerosi potrebbe essere inerente al processo di invecchiamento umano ".

La ricerca condotta dal dr. Randall Thompson (università del Missouri - scuola di Medicina di Kansas City) che in precedenza aveva presentato dati che diomostravano come le malattie di cuore fossero evidenti nelle TAC di mummie egiziane di 3500 anni fa, è unica in quanto riscontra l’aterosclerosi in 4 differenti popolazioni preindustriali di 4 diverse regioni geografiche. Gli antichi Egizi e Peruviani erano agricoltori, I Puebloani ancestrali erano ricercatori-agricoltori e gli Unangani delle isole Aleutine erano caccaiatori-raccoglitori senza alcuna attività agricola. Nessuna di questa culture è conosciuta per essere vegetariana e tutte sono ritenute essere fisicamente attive. Le diete di queste popolazioni erano abbastanza diverse così come il clima. I cibi indigeni vegetali variavano molto data l’ampia distanza geografica fra queste regioni del mondo. Pesce e selvaggina erano presenti in tutte le culture, ma la fonte proteica variava da bovini addomesticati tra gli egiziani ad una dieta quasi esclusivamente marina tra gli Unangani.

In totale sono stati effettuate TAC total body su 137 mummie, di cui 76 egiziani, 51 antichi peruviani, 5 Puebloans ancestrali, e 5 Unangani cacciatori-raccoglitori. Nel 34% delle mummie era evidente aterosclerosi probabile o certa. 29 egiziani, 13 antichi peruviani, due Puebloans ancestrali, e tre mummie Unangan avevano una documentata evidenza di aterosclerosi, definita da una placca calcificata nella parete delle arterie (o probabile aterosclerosi se venivano osservate calcificazioni lungo il decorso dell'arteria). Aortosclerosi fu osservata in 28 mummie e aterosclerosi iliaca o femorale in 25 mummie. Altre 25 mummie presentavano aterosclerosi poplitea o tibiale mentre 17 evidenziavano aterosclerosi carotidea e 6 coronarosclerosi. Una mummia su quattro presentava aterosclerosi in almeno 2 distretti vascolari. L’età media al tempo della morte, calcolata sulla base della struttura ossea, era di 43 anni e l’età era positivamente correlata con l’aterosclerosi. Thompson e colleghi fanno notare che tutte e quattro le popolazioni vivevano in un'epoca in cui le infezioni erano una comune causa di morte.

In conclusione, l'aterosclerosi era comune in quattro popolazioni preindustriali, tra cui una popolazione preagriculturale di cacciatori-raccoglitori, e in un ampio arco di tempo della storia umana. La presenza di aterosclerosi in esseri umani premoderni suggerisce che la malattia è una componente intrinseca dell’ invecchiamento umano e non è associato ad alcuna dieta o stile di vita specifico.