Home/Archivio/Allarme Coldiretti su pesce importato dall'estero spacciato come Made in Italy/

Allarme Coldiretti su pesce importato dall'estero spacciato come Made in Italy

 Con piu' di due pesci su tre consumati in Italia che provengono dall'estero è alto il rischio che venga spacciato come Made in Italy pesce importato.

A lanciare l'allarme è ImpresaPesca Coldiretti, che commenta il rapporto della New economics foundation (Nef) e Ocean2012, secondo cui il 21 aprile, e' il "fish dependence day" italiano, cioe' il giorno in cui l'Italia inizia a essere dipendente dalle importazioni per coprire il proprio fabbisogno di pesce.

Stando al rapporto "Fish Dependence: The increasing reliance of the EU on fish from elsewhere", l'Italia e' autosufficiente per appena il 30% del pesce che consuma, a fronte del 51% della media dei 27 Paesi europei.
Il deficit del nostro Paese potrebbe ulteriormente aumentare per effetto della crisi che ha determinato un riduzione dei prezzi di vendita ed un aumento dei costi di produzione che per circa la metà sono rappresentati dal gasolio.
La Coldiretti consiglia pertanto di verificare sul bancone la presenza obbligatoria dell'etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca, e scegliere la "zona Fao 37" se si vuole acquistare prodotto pescato del Mediterraneo. Una precauzione che purtroppo non vale al ristorante, dove invece la provenienza di quanto si porta in tavola non deve essere indicata obbligatoriamente e c'è il rischio che venga spacciato per italiano un prodotto importato.
Le vongole - spiega la Coldiretti - possono anche provenire dalla Turchia, mentre i gamberetti, che rappresentano quasi la metà del pesce importato in Italia, sono spesso targati Cina, Argentina o Vietnam, ma anche il pangasio del Mekong venduto come cernia, l'halibut atlantico al posto delle sogliole o lo squalo smeriglio venduto come pesce spada. Da qui la richiesta di Coldiretti ImpresaPesca di estendere l'obbligo dell'etichetta d'origine, già vigente per il prodotto che si acquista nelle pescherie o direttamente dagli imprenditori, anche ai menu della ristorazione. Una vera e propria "carta del pesce", con l'indicazione di dove è stato pescato quanto si porta in tavola.

FONTE Articolo